MENU

giovedì 17 ottobre 2013

Bombette pugliesi


La pizza,la focaccia ligure,lo sfincione palermitano,la piadina,le panelle con la farina di ceci sono la dimostrazione di come,con poco si possano realizzare dei ottimi piatti da mangiare mentre si passeggia,chiacchierando,seduti su una panchina nel parco o sulle scale nel centro storico.
Il street food racconta l'Italia antica,popolare.i migliori posti per trovare tutte queste prelibatezze?baracchini,apecar,camioncini,chioschi.....
Preparare in casa uno street food può sembrare strano ma non lo è.....questi piatti e cibi propongono sapori facili,ingredienti economici....la traduzione dello street food è proprio questa:gustosa,allegra e sopratutto socievole,perché niente lega di più le persone che il cibo.
Perché questa introduzione sullo street food?Proprio perché il nuovo contest di Teresa in collaborazione con Formaggi swizzeri -Swiss cheese parade,che ha come protagonista il cibo di strada.

In Puglia, con la parola bombetta, si intende unicamente una gustosa specialità gastronomica, a base di carne, tipica di alcuni comuni della Valle d’Itria e della Murgia.
Come e dove cuocere la bombetta non è un dettaglio. Infatti, voler svelare tutti i segreti della bombetta senza parlare di fornelli, di tradizioni, di territorio significherebbe togliere sapore a questo prodotto unico. Diffusa soprattutto nelle province di Bari, Brindisi e Taranto, la carne al fornello ha come fulcro la Murgia dei trulli, delle grotte e delle gravine, con i suoi paesi suggestivi, dai centri storici tutti stradine bianche e piazzette. E’ proprio nelle vie del cuore antico delle città, che si mantiene viva l’usanza del fornello: macelleria con un forno interno dove arrostire la carne appena scelta al banco. Se oggi è una consuetudine che attira molti turisti, in origine il fornello era strettamente legato al mondo contadino povero, quello dei latifondi, dove i braccianti vivevano umilmente, costretti a regimi alimentari frugali. A quel tempo la carne era considerata un lusso da concedersi solo in occasioni di particolari ricorrenze, specie di carattere religioso. Le ristrettezze economiche obbligavano i ceti meno abbienti a scegliere carni di minor pregio o quelle parti anatomiche che i benestanti scartavano, come le frattaglie, ingegnandosi tuttavia per renderle gradite al palato. Erano preferite parti grasse, che potessero non solo essere saporite, ma anche di sostegno al faticoso lavoro contadino. E se per cuocere le carni il proprietario del latifondo poteva permettersi di accendere il forno di casa, il contadino era costretto a risparmiare su legna e carbone, preferendo così il fornello pubblico, quello messo a disposizione dal macellaio del paese, per far arrostire carne che, divisa in piccole porzioni, aveva il pregio di cuocersi velocemente. Questa consuetudine non si è mai persa del tutto, ma dopo il boom economico degli anni ’60, è rimasta confinata ai periodi delle feste. E’ a partire dalla metà degli anni ’90 che - con la crescita del turismo in Puglia e, in particolare, con il fermento culturale sviluppatosi in alcuni paesi dell’entroterra – si è aperta una nuova stagione del fornello, che ha perso il suo stretto legame con le solennità religiose per diventare momento conviviale informale. E se tradizionalmente la carne arrostita veniva messa in un cartoccio per esser poi consumata ancora fumante a casa o per strada, magari dentro ad un panino, ora quasi tutte le macellerie dotate di forno hanno destinato piccoli spazi della bottega a tavoli e panche, per consentire agli avventori di apprezzare le specialità appena cotte, comodamente seduti in un ambiente famigliare. Così, che ci si trovi a Cisternino, piccolo centro che per la sua qualità della vita è entrato a far parte a buon diritto della rete internazionale Cittàslow, o tra i trulli di Alberobello o in una piazza di Noci, gustando una bombetta appena uscita da un fornello si avrà la possibilità di ripetere un rituale antico, tramandato di generazione in generazione.(articolo presso dal web )



  • 12 fettine di capocollo tagliate sottili
  • 12 fette di pancetta
  • 100 g di Gruyére a fettine sottili
  • prezzemolo tritato
  • sale e pepe nero




 -Tagliate a pezzettini il formaggio.Stendete le fette di carne,appoggiate una fetta di pancetta,un po' di formaggio,prezzemolo tritato .Aggiustate di sale e pepe  e chiudete a fagottino fissandolo con l'aiuto di uno stecchino.
-Procedete cosi fino all'esaurimento della carne e cuocete le bombette sopra una griglia per 10-12 minuti.
-Servitele calde.




lunedì 14 ottobre 2013

Scassati senza uovo con culatello e pesto di pistacchi


La pasta ha una storia molto antica e ricca di aneddoti che ha inizio 7000 anni fa, quando l'uomo, abbandonata la vita nomade, inizia a coltivare la terra, scopre il grano, impara a lavorarlo sempre meglio, raffina la macinatura, lo impasta con l'acqua, spiana l'impasto e lo cuoce sulla pietra rovente.Già Cicerone e Orazio, 100 anni prima di Cristo era ghiotti di làgana ( dal greco laganoz da cui il latino làganum che designava una schiacciata di farina, senza lievito, cotta in acqua, la forma plurale làgana indica strisce di pasta sottile fatte in farina e acqua, da cui derivano le nostre lasagne). 

Per molto tempo la tradizione ha attribuito a Marco Polo l'introduzione della pasta in Italia di ritorno da un viaggio in Cina. Questa convinzione è stata però sfatata da molti documenti scritti che rivelano l'esistenza della pasta in Italia prima che il veneziano esplorasse il "celeste impero". Tra questi uno risale al 1154, una sorta di guida turistica dove il geografo arabo Al-Idrin menziona un "cibo di farina in forma di fili" chiamato triyah che si confezionava a Palermo.

Si pensa dunque che la Pasta, intesa proprio come maccheroni, sia originaria della Sicilia nella località di Trabìa, presso Palermo, si fabbricava un particolare cibo di farina in forma di fili, chiamato con il vocabolo arabo "itriyah".

Fino al Settecento esiste una gran confusione; i tipi diversi di pasta vengono etichettati normalmente come maccheroni finché, i napoletani, divenuti i più famosi mangia maccheroni, si appropriarono del termine e lo usarono quasi esclusivamente per identificare paste lunghe trafilate.(informazioni prese dal sito Pianeta Donna )


.........................................................................................................................................................
E per celebrare come si deve questa bella invenzione oggi un primo dai sapori decisi,complice anche la scoperta di un nuovo marchio di pasta che nasce nella bellissima terra che è la Umbria.
Sto parlando della PASTAMORE,un'azienda di produzione di pasta secca artigianale.




Pastamore è il nuovo brand legato al negozio "non solo pasta fresca di Giada Venturini", sito a Trevi lungo la flaminia, nato cinque anni fa'.
Con l'esperienza acquisita negli anni  è nata la nuova linea di pasta secca "PASTAMORE" che prevede dieci tipi di pasta corta di partenza i quali sono:

-I GIGLI INTEGRALI
-GLI STROZZAPRETI AL FARRO
-FUSILLI AL SEDANO
-MACCHERONI ALL'UOVO E SENZA
-GLI SCASSATI ALL'UOVO
-GLI SCASSATI AL PEPERONCINO
-GLI SCASSATI AL SEDANO
-GLI SCASSATI AL CACAO AMARO
-GLI SCASSATI AL TARTUFO
-GLI SCASSATI AL SAGRANTINO


L'azienda commercializza i suoi  prodotti in Italia attraverso ristoranti, negozi di prodotti tipici, etc..e comunque tra i suoi obiettivi è quello di portare all'estero la loro pasta artigianale per far degustare il vero "made in Italy" ovvero per essere più precisi "made in Umbria".
In Umbria e in Toscana, per ora, vengono organizzate serate e tema in vari ristoranti e non solo, dove si potranno degustare la loro pasta in abbinamento con vari tipi di vino.
Per restare in contatto e per seguire le varie attività e novità vi  invito a seguire l'azienda sulla loro pagina facebookhttps://www.facebook.com/pages/Pastamore/432485936834611

...............................................................................................................................................................




  • 200 g di scassati senza uovo Pastamore
  • 150 g di culatello di Zibello
  • 200 g di pistacchi sgusciati
  • 1 spicchio di aglio
  • 50 g di asiago dop Asiago
  • 50 g di olio extravergine di oliva Dante
  • sale e pepe qb



-Sminuzzate il culatello.Togliete l'anima all'aglio,mettete il tutto nel mixer,aggiungete i pistacchi e il parmigiano e frullate bene.
-Aggiungete l'olio di oliva.Se risulta troppo asciutto completate ancora con olio.Deve venire fuori una cremina tipo spalmabile.
-Aggiustate di sale e pepe.
-Cucinate la pasta in abbondante acqua salata,scolate e condite con il pesto.
-Servite con abbondante asiago grattugiato.




martedì 8 ottobre 2013

Soda bread


Per questo pane di origini irlandese va usato come agente lievitante il bicarbonato di sodio,a posto del lievito,cosi risulta un pane perfetto per chi soffre di intolleranze al lievito.
Il vantaggio è che non dovete aspettare la lievitazione del impasto,in tutto,tra impasto e cottura ci vogliono 40 minuti,mica male,vero?
La particolarità di questo pane sta nel'aggiunta del latticello.(Ricetta pressa dal libro di Gordon Ramsay)
Il latticello, buttermilk o buttermilch i nomi con cui è chiamato all'estero, è un prodotto della trasformazione della panna in burro ed è molto utilizzato nella cucina angloamericana. La caratteristica del latticello è il suo sapore acidulo, che dona a dolci e lievitati una leggerissima ma piacevole nota aspra, e la sua capacità di rendere le preparazioni morbide e soffici. Oltre che per le preparazioni dolci, il latticello è utilizzato anche per marinare carne e selvaggina in modo da ammorbidirla (ad esempio il pollo fritto americano è marinato nel latticello). Nonostante venga eliminata la parte grassa, il latticello contiene comunque lattosio quindi NON è indicato per gli intolleranti. Tra le sue proprietà sicuramente c'è il suo scarso apporto calorico, dal momento che per ottenerlo viene appunto eliminata tutta la parte grassa. In commercio il latticello non sempre si trova facilmente, a venderlo oltre ai supermercati ben forniti, sono i negozi etnici dal momento che è molto utilizzato nella cucina anglosassone e statunitense. (informazioni prese dal sito Giallo Zafferano).



Per il latticello:


  • 225 g di yogurt intero
  • 225 ml di latte intero
Per la pagnotta:

  • 350 g di farina 00
  • 150 g di farina integrale
  • 5 g di bicarbonato di sodio
  • 2 cucchiaini di sale
  • 1 cucchiaino di zucchero semolato
  • 450 ml di latticello



-Prepariamo il latticello:mescolate il latte con lo yogurt e lasciatelo da parte per 10 minuti.
-Scaldate il forno a 200°.
-Setacciate le farine,il bicarbonato,lo zucchero e il sale in una ciotolina e formate una fontana al centro.
-Mettete da parte 2 cucchiai di latticello e unite il resto alle farine nella ciotola,mescolando con una forchetta leggermente.
Non lavorate troppo l'impasto,basta assicurarsi che gli ingredienti siano ben amalgamati.
-trasferite l'impasto su una superficie infarinata e impastare delicatamente per 30 secondi circa.
-Foderate una teglia con un foglio di carta da forno.
-Formate una palla con l'impasto,mettetela nella teglia e appiattitela leggermente.
-Praticate un taglio a croce nella superficie e infornate per 30 minuti.
Un buon sistema per controllare la cottura è dare dei colpetti sulla base:se è ben cotto dovrebbe suonare cavo.
-Se non riuscite a trovare il latticello potete usare il latte normale,ma aggiungete un cucchiaino di cremor tartaro.
Questa ricetta partecipa,con tanto piacere,alla raccolta della mia amica Sandra:Panissimo



mercoledì 2 ottobre 2013

Vasetti di "terra"

Questi dolcetti li  ho visti ed assaggiati ad una festa di compleanno di una mia amica poi li ho visti anche nel numero di settembre di Sale&Pepe Kids.
Dessert cosi veloci da preparare che potete farli realizzare anche ai piccoli.
Scegliete 4 bicchieri o vasetti di vetro,io ho utilizzato quelli dello yogurt.
Inserite al interno di ogni vasetto un budino pronto al cioccolato fondente S.Martino.
Chiudete in un sacchetto di plastica per alimenti 200 gr di biscotti Oreo,senza la crema al centro.


Sbriciolateli con le mani per ottenere briciole fini e più grosse,che imitino la consistenza del terriccio.
Dividete le briciole nei bicchieri,sopra ai budini,formando uno strato spesso.
Piantate nella "terra" di ciascun vasetto un rametto di menta fresca.
Decorate con sigari di cioccolato e serviteli in tavola.

Questa ricetta partecipa al contest della amica Simo Dolci al cucchiaio