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giovedì 31 gennaio 2013

Insalata Gorizia con mela verde,prosciutto crudo,Asiago e semi di lino

piatto in porcellana Saturnia

Buongiorno amici!Pian pianino sta arrivando il tanto aspettato venerdi.Qui da noi oggi è una giornata primaverile,finalmente direi,dopo tante giornate fredde e tanta,tantissima pioggia,troppa per me.
Se fossi per me,mi ripeto,sarebbe sempre estate,mare,sole e vacanza....avete ragione,si deve pure lavorare.E lavoriamoci allora e coccoliamoci anche con un bel piattone di insata,una delle mie preferite nella quale protagonista è una varietà di radicchio molto pregiato:Rosa di Gorizia.
Una coltivazione limitata,tramandata di generazione in generazione e i cui segreti vengono gelosamente custoditi nella sapiente mano dei produttori locali.
La semina della Rosa di Gorizia avviene in periodo di luna calante in tarda primaverao,al  più tardi,a inizio estate.


Era il 1873,quando il barone austriaco Carl von Czoernig per primo scrisse della coltivazione
di quella che egli stesso defini "cicoria rossastra",ma non v'è dubbio che la tradizione affondi le proprie radici in periodi ben più remoti.
Coltivata in larga parte nella piana tra Gorizia e Salcano,la Rosa ha successivamente subito l'allargamento degli insediamenti urbani,abbandonando il ruolo di punta ricoperto nell'economia cittadina e vedendo drasticamente ridotta la produzione.
Ma anziché al declino,il nuovo contesto l'ha portata a ritagliarsi uno spazio tutto suo in un mercato di nicchia,allargato quasi esclusivamente alle province di Friuli Venezia Giulia,affermandola quale specialità per soli palati sopraffini.Ed è forse proprio questa la magia della Rosa di Gorizia :essere riuscita non solo a superare il corso della storia,della trasformazione dei luoghi e del progressivo declino dell'agricoltura,bensì di aver fatto propri questi cambiamenti per sbocciare ogni anno con rinnovata energia e per illuminare ogni inverno con la sua vitalità e bellezza.



  • Rosa di Gorizia
  • iceberg
  • rucola selvatica
  • mezza mela verde tagliata a cubetti
  • 50 g di prosciutto crudo dolce
  • 30 g di olio extra vergine di oliva
  • aceto di mele
  • sale 

-Spezzettate il radicchio con le mani,aggiungete le altre insalate,l'iceberg e la rucola e lavateli bene.Passate nella centrifuga per eliminare tutta l'acqua,salate,aggiungete gli altri ingredienti e servite.
 
  

martedì 29 gennaio 2013

Cioccolatini con crema di gianduia

vassoio dorato PoloPlast

Buongiorno amici,Anche se qui da noi il tempo non promette niente di buono ho la voglia di coccolarvi.Oggi una non ricetta,ma siccome la foto di questo dolce è impostata come immagine del profilo della mia pagina facebook non potevo non proporvela.Non sono gianduiotti ma all'impasto del cioccolato ho aggiunta la crema di gianduia.Quindi sono fatti con cioccolato fondente 70% e crema di gianduia.
Ma andiamo un po' a leggere due righe trovate sul internet sulla storia del gianduia:

"Il celeberrimo cioccolatino deve il suo nome a Gianduja, Gian d’la duja o Giovanni del Boccale, la caratteristica maschera piemontese, simbolo della lotta per l’indipendenza che si combattè in Piemonte nel 1799.

L’invenzione del cioccolato gianduia è merito dei mastri cioccolatieri piemontesi, i quali hanno messo a punto un nuovo tipo di cioccolato ottenuto impastando il cacao e lo zucchero con le nocciole “tonde e gentili” delle Langhe, rinomate per la loro qualità particolarmente fine e gustosa.

L’idea di questo mix sembra dover essere imputata alla casualità. Nel 1806, a causa del blocco napoleonico infatti, i cioccolatieri piemontesi non riuscendo a rifornirsi del cacao necessario, ebbero  l’idea di mescolare il cacao con le nocciole locali, finemente polverizzate, e soprattutto molto economiche poiché permettevano di abbattere gli ingenti costi di trasporto.

Fu nel 1865 che il cioccolatiere Caffarel creò e lanciò sul mercato un prodotto nuovo e rivoluzionario, sia per la composizione che per l’originale forma a spicchio, nonché per il rivestimento: era il primo cioccolatino incartato.

Alla sua nascita a questo nuovo cioccolatino venne attribuito il nome “givù”, termine tratto dal dialetto piemontese, che in italiano significa “bocconcino”. Riguardo l’origine dell’attuale nome la versione più accreditata narra che nel 1866, durante una parata in onore del Carnevale, un attore vestito da Gianduia ebbe l’idea di regalare alla folla i nuovi cioccolatini, gesto che venne interpretato come una sorta di battesimo da parte della tipica maschera piemontese, che attraverso questo gesto plateale, autorizzava il produttore a chiamare i nuovi cioccolatini con il proprio nome."(web)


400 g di cioccolato fondente 70%
100 g di crema di gianduia
stampo in silicone mini fantasy Silikomart 


 -Sciogliete a bagno maria il cioccolato fondente spezzettato,aggiungete la crema di gianduia e mescolate bene.Versate nel stampino e battete bene per levare le bolle d'aria.Lasciate rassodare,sformate e servite a go go.
           -Per 5 persone molto golose:)))))

Colgo l'occasione per ringraziare la dolcissima Sabrina per la bellissima sorpresa che mi  fatto.Tempo fa,avevo ammirato sul suo bellissimo blog dei portachiavi big in feltro.Perfetti per noi donne che nelle borse non troviamo mai le chiavi.E lei,che è un amore di ragazza me l'ha inviato.Non solo,insieme c'è anche un carinissimo segnalibro,anch'esso in feltro.
Grazie di cuore Sabri,li terrò sempre vicino,il tuo gesto è stato veramente dolcissimo.Ti voglio bene e spero tanto di conoscerti un giorno manine d'oro <3 <3 <3  
Vi consiglio di visitare il suo blog,troverete tante belle creazioni e spunti per riciclare tutti i tipi di materiali.






domenica 27 gennaio 2013

Timballo di pasta con ragù di salsiccia,funghi e pepe selvatico

alzattina Vega

Quanto ci fanno stare bene le endorfine lo sappiamo benissimo tutti, per averlo provato spesso nella nostra vita, dopo una scorpacciata di dolci al cioccolato, la piacevolissima sensazione di essere innamorati,di comprarsi il tanto desiderato oggetto.Le endorfine provocano nel nostro corpo una vera   scarica di benessere grazie a questo ormone mai troppo osannato. Ecco come fare a liberare endorfine per sentirsi meglio, ritrovare il buonumore e alleviare dolori e pensieri neri.
Il contatto fisico con altre persone per cui nutriamo sentimenti positivi ci fa stare subito meglio. Viene stimolata soprattutto attraverso il senso del tatto, dunque baciare la persona amata ma anche semplicemente abbracciare qualcuno che ci vuole bene ci fa sentire subito meglio. È importante riuscire a ritagliarsi ogni giorno qualche momento d’affetto.Ridere, poi, è un potente mezzo che abbiamo a disposizione per stimolare la produzione di endorfine, migliorare la respirazione, liberarci dalle tensioni accumulate. Il buonumore contro qualunque pensiero negativo aiuta moltissimo a mantenere un atteggiamento positivo nei confronti della vita e a produrre endorfine, instaurando un circolo virtuoso di cui beneficiare quotidianamente.Anche realizzare attività che ci piacciono e ci gratificano, dal preparare un piatto speciale al consumarlo con piacere, fare uno sport che ci scarica i nervi o ascoltare la nostra musica preferita contribuiscono a liberare endorfine e a farci sentire subito molto meglio. E, naturalmente, non dimentichiamo gli effetti della cioccolata.(web)
 Oggi ricettina Domenicale,il mio primo timballo di pasta.Ho sempre associato il timballo con una bella alzattina,mi dicevo sempre che quando avrò la mia prima alzattina la prima ricetta che preparerò sarà il timballo.E cosi è stato,grazie a recenti acquisti  fatti su uno dei miei tanti siti  preferiti di forniture e attrezzature alberghiere:VEGA.
 Devo dire che sono molto contenta dei prodotti scelti,molto curati nei dettagli.La spedizione è avvenuta in pochissimi giorni dal'ordine.Tutto imballato molto bene,l'azienda è molto attenta ai desideri e suggerimenti del cliente alla fine di garantire un servizio ottimale e una elevata qualità dei prodotti.
Sul sito c'è veramente l'imbarazzo della scelta:

  •  piatti e servizi
  • caraffe ed accessori
  • finger food 
  • posate
  • bar
  • bicchieri in vetro
  • insalatiere
  • fondute e raclette
  • tazze e zuccheriere
  • tovagliato
  • mobili
  • decorazioni
  • mono uso
  • menu
  • tendenze
  • abbigliamento professionale
Con l'abbigliamento professionale Jobeline by Vega  scopri una linea molto completa di abbigliamento professionale per lo staff e per il personale:camicie,camicette,polo,t-shirt,pantaloni,gonne,vestiti,grembiuli,giacche da cuoco e calzature,tutti capi che uniscono praticità e comodità ad una estetica accattivante.



Per avere informazioni potete chiedere i cataloghi gratuiti dove potete ammirare  tutta la scelta dei prodotti che l'azienda propone.Vi invito a visitare il sito internet dell'azienda,buoni acquisti a tutti:http://www.vega-direct.it/.
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Passando alla ricetta di oggi,ho scelto l'aggiunta nel ragù di salsiccia del pepe selvatico Voatsiperifery,uno dei pepi più rari e più sorprendenti.



E' impossibile coltivarlo e viene raccolto a mano nelle foreste del Madagascar.
Le liane si arrampicano  fino ai rami più alti di altri alberi e le bacche più pregiate sono quelle più giovani. E’ una vera esplosione di suggestioni, resine, radici, legni e muschi. E’ eccezionale sulle carni rosse ma interessante anche con alcuni ortaggi, asparagi su tutti. 




  • 400 g di salsiccia normale
  • 250 g di maccheroncini all'uovo Spinosi 
  •  misto per soffritto(carota,sedano,cipolla,aglio)
  • 4 funghi champignon
  • 50 g di olio extra vergine di oliva Dante 
  • 50 g di vino bianco
  • 1 cucchiaino di pepe selvatico
  •  2 uova
  • 300 g di polpa fine di pomodoro Cirio 
  • formaggio grattugiato 
  • un pizzico di zucchero
-Preparate il ragù soffriggendo il misto nel olio di oliva,aggiungendo la salsiccia spezzettata e i funghi a fettine e sfumate con il vino. Aggiungete la polpa di pomodoro,il pepe e lo zucchero e cucinate per 30 minuti,a fuoco bassissimo,coperto.
-Cucinate la pasta per 4 minuti ,scolatela e conditela con il sugo di salsiccia e funghi.Aggiungete le uova sbattute,il formaggio e versate in una teglia rotonda.Cospargete la superficie con dell'altro formaggio ed infornate a 200° per 5 minuti.Sfornate e lasciate riposare.Sformate il timballo e servitelo a fette aggiungendo di sopra dell'altro ragù se vi pare asciutto.
Questa ricetta partecipa con tanto piacere al contest della dolcissima Veronica-I piatti della Domenica


venerdì 25 gennaio 2013

Tagliatelle al salmone ubriache con succo di agrumi e semi di cumino

piatto in porcellana Saturnia

Adoro la pasta fresca.Anche se mangio pasta una volta alla settimana preferisco sempre preparare un condimento particolare,cosi assaporo al meglio il gusto.Poi,con la pasta fresca il piatto ha un altro sapore,gli ingredienti si amalgamano alla perfezione.
Per il piatto di oggi ho utilizzato le tagliatelle fresche dell pastaio Maffei.
"Chi mangia la mia pasta deve sorridere di piacere" queste sono le parole di Savino Maffei,il titolare dell'azienda.
Ed in effetti questa pasta fresca è veramente di un gusto divino,corposa e molto adatta per tutti i tipi di condimenti.



Maffei è da sempre la perfetta sintesi fra arte pastaia e cultura dell'innovazione,
per offrirti sempre un'esperienza unica che coinvolge tutti i sensi, non solo il gusto.
La nostra qualità si traduce anche in sicurezza, per garantirti di portare in tavola
un prodotto sempre eccezionale.
Maffei è il primo produttore italiano di Pasta Fresca di Semola ad ottenere la certificazione
UNI EN ISO 22005:2008 che stabilisce i principi e i requisiti di base per l'esecuzione del
sistema di rintracciabilità dell'alimento e della filiera.
E che si aggiunge alle certificazioni già in possesso: BRC e IFS.

Ecco i prodotti che l'azienda commercializza:

  • pasta fresca di semola
  • pasta fresca all'uovo
  • gnocchi
  • formati speciali
  • le tentazioni
  • i tenerotti
Per scoprire di più sull'azienda e scoprire tutta la linea di prodotti che l'azienda fa vi invito a visitare il sito internet:http://www.pastaiomaffei.it/home
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Passando alla ricetta di oggi,è la seconda volta che preparo questo condimento,ma non avevo messo gli agrumi.La scelta della grappa da un profumo e un gusto molto particolare al piatto,gusto che culmina con l'aggiunta del succo di pompelmo rosa e mandarini e i semi di comino,che dicono abbia proprietà carminative e digestive.

  • 250 g di tagliatelle fresche Pastaio Maffei
  • 250 g di salmone affumicato
  • 30 g di olio extravergine di oliva Dante
  • succo di un pompelmo rosa
  • il succo di un mandarino
  • 50 g di grappa di Moscato Sibona
  • 1/2 cucchiaino di caffè di semi di cumino
  • 50 g di panna a base di soia



-Sminuzzate il salmone e soffriggetelo nel tegame con l'olio di oliva per 1 minuto.
-Sfumate con la grappa,aggiungete gli altri ingredienti e cucinate per 3 minuti.Tenete in caldo.
-Cucinate la pasta fresca in abbondante acqua salata per 4 minuti,scolate e tuffate nel tegame del condimento.Saltate sul fuoco per 1 minuto e servite caldissimo.



giovedì 24 gennaio 2013

La bellezza secondo Agnieszka Rakowska

Buongiorno blogghine!Oggi vi presento una nuova linea di prodotti cosmetici che occupa anch'essa un ruolo importante nel mio beauty case:si tratta dell'azienda Natural bio di Agnieszka Rakowska.


La continua ricerca e impegno per la cosmesi naturale e sopratutto per l'utilizzo di ingredienti naturali derivanti dalla cultura biologica ha fatto nascere,per noi donne,che desiderano essere curate e belle per se stesse e per quelli che incontrano tre linee mirate per il benessere del viso e del corpo.
SENSITIVE (Biologica) senza conservanti, dermatologicamente testata, Nichel tested, senza colorantiartificiali e profumo.
RITUAL (Anti Age) dermatologicamente testata, Nichel tested, senza parabeni e coloranti artificiali.
RELAX (Benessere Corpo) dermatologicamente testata, Nichel tested, senza parabeni e coloranti artificiali.
In uscita una nuova linea chiamata 

Sensitive BIO Esfoliante Salino.

Tra tutti i prodotti io utilizzo la crema mani anti age relax,il bio siero viso e l'ultimo,ma non meno importante l'olio di argan puro.
Ma andiamo a parlare un po' dei prodotti:

La crema mani Relax combina l'azione depigmentante di principi attivi di origine vegetale e tecnologica a quella protettiva di filtri solari, che prevengono il fotoaging. Un derivato del Crescione potenziato dalla Genisteina, presente in formula, agisce velocemente ed efficacemente negli strati più profondi dell'epidermide riducendo, in modo selettivo, le discromie e le macchie cutanee.
Risultati :
  • riduce visibilmente le piccole rughe  – cellule staminali da mela svizzera
  • blocca e schiarisce le macchie scure – crescione e genisteina
  • rende la pelle liscia e compatta – olio d’argan e glicerina
Modo d'uso: Applicare sulle mani e sulle braccia e massaggiare sino a completo assorbimento.



Bio siero viso 15 ml  è una risposta ultra efficace alle esigenze delle pelli sensibili: formula intensa per riparare e proteggere l'epidermide dalle aggressioni del tempo che passa. La presenza dell’estratto di Moringa e di Mirtillo nero rappresenta il punto di forza di questo prezioso siero. La loro prodigiosa attività rivitalizzante, antiossidante, protettiva rafforza le difese della pelle, sconfiggendo e prevenendo nella globalità le cause che provocano invecchiamento. Ideale per un trattamento urto. Grazie all'azione dell'estratto di Moringa, è un ottimo anti arrossante dopo rasatura per uomini con pelli sensibili.
Per minimizzare i rischi di reazioni allergiche è stato formulato SENZA CONSERVANTI e SENZA PROFUMO.
Modo d’uso: Applicare qualche goccia. Stendere con un leggero massaggio su viso e collo.

L'olio d'Argan puro 30 ml , "Oro del deserto", è un segreto di bellezza, prezioso e raro, che per secoli è stato custodito dalle donne berbere che vivono ai confini del deserto del Marocco. Il suo potere è assolutamente unico e straordinario: ricco di vitamina E, A ed F, antiradicali e antiossidanti, esercita una preziosa azione protettiva, idratante, emolliente, nutriente e antirughe.
Adatto a tutti i tipi di pelle, non unge, anzi si assorbe subito e i suoi effetti sono immediati
Modo d'uso
Corpo: dopo il bagno o la doccia massaggiare su tutto il corpo
Viso: applicare direttamente sul viso in corrispondenza delle piccole rughe e far penetrare con un leggero massaggio oppure miscelare all\'abituale crema di bellezza.
Capelli: massaggiare sulle punte dei capelli, soprattutto sfibrati. Può essere applicato sia sui capelli asciutti sia su quelli bagnati. 
Unghie: massaggiare in corrispondenza delle unghie in caso di fragilità.
Veramente dei ottimi prodotti che vi consiglio con tutto il cuore.L'olio di Argan puro lo utilizzo da quasi una settimana la mattina massaggiandolo puro,vicino alle rughe di espressione e devo dire con immenso piacere che già si stanno vedendo i risultati.Sono davvero molto soddisfatta di questi prodotti che da oggi avranno un posto molto importante nel mio beauty case.
Man mano che proverò altro vi scriverò i miei consigli e i risultati avuti.
Vi lascio il sito internet dell'azienda e vi auguro una bellissima giornata a tutti:
http://www.naturalbio.eu/it/home

martedì 22 gennaio 2013

Palline colorate di popcorn al miele

Busta da  regalo Star Pennsylvania

Inizio il post di oggi con ringraziarvi per i vostri consigli sull'acquisto del mio nuovo forno,ci penserò bene,mi auguro di fare un'ottimo acquisto risparmiando magari,che di questi tempi....
Chiusa parentesi,per chi vuole conoscere nuovi amici,blogger per lo più che hanno la vostra stessa passione ho aperto su Facebook,assieme a Michela Pisanu un gruppo di amici blogger dove potete chiedere i vostri mi piace se partecipate ai concorsi,di cucina e non,fare conoscere le vostre pagine oppure i vostri blog,aumentare il numero di sostenitori,condividere i vostri post e cosi via..vi lascio l'indirizzo per chi si vuole unire a noi:https://www.facebook.com/groups/399531226799732/.
Detto anche questo,oggi vi voglio parlare di Carnevale.Ma voi,lo sapevate che è iniziato già?
 Nella tradizione della Serenissima iniziava il giorno di Santo Stefano, 26 dicembre: "Dopo Nadal xe subito Carneval".
In alcune parti d'Italia dopo l'Epifania, dal 7 gennaio quindi, in altre dopo la Candelora del 2 febbraio.
Oggi è universalmente indicata come data d'inizio il 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio abate (250 - 356) patriarca degli eremiti.
Invece a Venezia nel presente si comincia a ritroso dal Martedì Grasso. Dal 1992 cominciava due sabati primadi Martedì Grasso. Dal 2004 hanno deciso di farlo cominciare tre sabati prima.
Chiaro? Mica tanto (anche su questi molteplici inizi e sul terribile Sant'Antonio Abate torneremo disquisendo dottamente).

E visto che in giro per i blog delle mie amiche si vedono già le prime ricette di Carnevale mi adeguo anch'io.
Anche perché tra gli ingredienti di questa ricetta c'è  un miele di una azienda che mi sta molto al cuore.
 Sto parlando della cooperativa agricola onlus Il pungiglione.



Tra i verdi colli della Lunigiana sorge il “Pungiglione – Villaggio dell’Accoglienza”, una realtà che affonda le sue radici nella Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi. Oggi il Pungiglione è un polo altamente specializzato nell’attività dell’Apicoltura attraverso i suoi settori integrati: mieleria, cereria e falegnameria, ma soprattutto è un vero e proprio villaggio che accoglie persone svantaggiate che arrivano da percorsi di sofferenza: un’opportunità per costruire una società più giusta.
Il nostro cammino nasce dall’incontro con la Comunità Papa Giovanni XXIII. Al Pungiglione siamo 3 nuclei famigliari della Comunità fondata da Don Benzi. Insieme abbiamo sviluppato il progetto Rinascere (un centro di accoglienza per persone adulte) e abbiamo dato vita al Villaggio dell’Accoglienza. Qui operiamo con diversi laboratori ergo terapici, dove si producono prodotti di qualità della filiera del miele, e ci impegniamo senza alcuno scopo di lucro, a creare percorsi di formazione al lavoro per le persone accolte che hanno vissuto esperienze drammatiche come la detenzione o la schiavizzazione imposta dal racket della prostituzione.
Siamo una cooperativa sociale che lavora in modo biologico i vari prodotti delle apimielepappa realecera e propoli. Nel 2004, per quanto riguarda i mieli di castagno e di acacia prodotti in Lunigiana abbiamo ottenuto dall’Unione Europea il riconoscimento DOP . Siamo stati i primi in Italia ad ottenere questo certificato.
Oltre alle tre Case Famiglia (cioè nuclei famigliari accoglienti) c’è il “Centro Rinascere”: è un progetto di prevenzione e riduzione del disagio sociale con buone percentuali di successo, nato grazie alla collaborazione di volontari e sostenuto dagli enti locali. Il centro, situato all’interno del Villaggio, accoglie adulti in difficoltà provenienti da esperienze di emarginazione che, attraverso la vita condivisa direttamente con le nostre famiglie e il lavoro in cooperativa , ritrovano speranza, equilibrio ed un posto nella società. Seguiamo così lo stile specifico della vocazione della Comunità Papa Giovanni XXIII: la condivisione diretta della propria vita con gli ultimi.
Il Pungiglione, parte della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII di Don Oreste 
Benzi (www.apg23.org), è una cooperativa sociale senza fini di lucro. Ogni utile che 
derivi dalla commercializzazione dei propri prodotti viene reinvestito in strutture e
 progetti destinati al recupero ed al reinserimento sociale di persone che fanno più 
fatica a stare al passo.
Trovate tutte le informazioni e anche per ordinare nel sito
 internet:http://www.ilpungiglione.org/it/ oppure sulla pagina facebook:
https://www.facebook.com/ilpungiglioneonlus

Passiamo alla ricetta di oggi.Io sono cresciuta con le palline di popcorn,che anche nel mio 
paese si facevano nel periodo delle Feste oppure quando facevano i mercatini natalizi.
Non son il massimo della leggerezza per i bambini,ma penso che ogni tanto un piccolo 
peccato di gola ci si può permettere.


  • 200 g di mais per popcorn Melandri Gaudenzio 
  • 250 g di miele biologico di Sulla Il Pungiglione
  • 100 g di sciroppo di acero
  • una noce di burro
  • 4 fogli di gelatina alimentare
  • coloranti in polvere giallo e blu



-In una pentola a bordi alti mettete il burro a sciogliere,aggiungete il mais e mescolate bene.Mettete un coperchio di sopra e abbassate la fiamma.
-Fate scoppiare tutti i chicchi di mais e togliete dal fuoco.
- Lasciateli raffreddare e divideteli in 2.
-In un pentolino riscaldate il miele,lo sciroppo d'acero.Togliete e aggiungete la gelatina strizzata.Fate sciogliere e dividete il liquido in due parti uguali.
-Coloratelo a piacere e unitevi i popcorn mescolando bene.
-Con la mano oleata formate delle palline rotonde e lasciateli asciugare.



domenica 20 gennaio 2013

Finocchi ripieni-Addio Ringo ^_^

piattino di plastica PoloPlast

E' stato per più di 7 anni un rapporto di amore e odio,la nostra relazione ha funzionato per tutto questo tempo solo perché l'ho voluto io ed ho messo l'anima e tantissima pazienza per farla funzionare ed avere dei buoni risultati.
Ma non è bastato,dopo 7 anni di tira e molla mi ha lasciata cosi,senza un POST-IT,senza un messaggino,senza dirmelo in faccia.....aspetta,ma lui ci ha provato in tutti i modi a farmelo capire,sono io che non volevo vedere la "triste" realtà.....e cosi,come in tutte le "coppie",anche nella nostra è arrivata la crisi dell settimo anno....non posso più far finta di niente,lui vuole andare in pensione(beato lui che non deve aspettare i 65 anni della riforma Monti) e sarà accontentato,ma prima di sostituirlo devo trovare un sostituto degno,anche se sarà difficile sostituire RINGO,e cosi che si chiama il mio amatissimo forno. :P
Girando un po' nella rete mi sono decisa per un pirolitico,uno dei motivi della usura del vecchio è stato uno spray per la pulizia che ha rovinato la gomma che aiutava a mantenere il calore dentro.
Sono più che convinta di acquistare uno da Ikea,precisamente questo,ma qualcuna di voi ha un forno Ikea?Come sono?Funzionano bene?...magari lasciatemi un commento,è un acquisto importante per me,vorrei fare la scelta giusta....
Ecco perché,in questo periodo niente dolci,l'ultima ciambella che ho provato a fare si è trasformata in una massa di farina appiccicosa....meglio lasciar stare per ora e cosi vi propongo piatti con la cottura finale in  Microonde,per fortuna lui va ancora alla grande,ma lo dico piano,non vorrei che fa la fine di Ringo :D
Tempo di finocchi,che io adoro,li mangio 2-3 volte alla settimana,in tutti i modi possibile.E dopo aver scovato questa ricetta in un vecchio numero di Sale&Pepe,non l'ho più lasciata.
Eccovi gli ingredienti,con delle piccole modifiche,fatte da me,se non metto lo zampino,che piacere c'è???



  • 4 finocchi di media grandezza
  • zafferano purissimo in fili San Gavino
  • 20 g di capperi sott'aceto
  • 20 g di pangrattato
  • 3 acciughe sott'olio
  • 4 cucchiai di Asiago vecchio grattugiato Asiago
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 cubo di dado vegetale
  • 3 litri di acqua
  • prezzemolo,un mazzo
  • 4 mandarini
  • 1/2 bicchiere di olio extra vergine di oliva Dante
  • sale e pepe qb



-Pulite i finocchi,togliete le guaine esterne,tagliate i gambi ma conservate le foglioline verdi.
-Lavate i finocchi e lasciateli scolare.
-In una casseruola dei bordi alti portate a bollore l'acqua con un cucchiaio di sale grosso.Aggiungete lo zafferano in fili,immergete i finocchi,con le basi verso il basso,cercando di tenerli in piedi.
-Cuocete i finocchi per 45 minuti.Devono essere cotti ma non sfatti.
-Sciacquate i capperi e asciugateli.
-Lavate il prezzemolo,tenendo da parte alcune foglie per la decorazione.
-Il resto tritateli insieme alle foglioline dei finocchi e tutti gli altri ingredienti del ripieno.
-Aggiustate di sale e pepe.
-Togliete i finocchi dall'acqua di cottura e lasciateli intiepidire.
-Fate un taglio a croce nella parte superiore,allargate i tagli e farcite con il composto.
-Sistemate i finocchi in una teglia oleata che può andare nel microonde e versate il succo dei mandarini ed un altro filo di olio di oliva.
-Mettete sotto il grill per 10 minuti.
-Servite caldi.

venerdì 18 gennaio 2013

Cake di riso,scamorza affumicata e mele



Oggi una ricetta con il riso,ma prima di darvi gli ingredienti vi posto quello che ho trovato in  rete al riguardo la sua storia:
PICCOLA ENCICLOPEDIA DEL RISO
DAI PAESI D'ORIGINE...
« II riso fa buon sangue : e il buon sangue non mente. » Un proverbio antichissimo, greco, rimato probabilmente da un cultore della religione buddista. Remote, veramente, sono le origini del riso e vanno ricercate, inequivocabilmente, nell'Asia meridionale, quasi certamente in India. Narra una gentile leggenda indiana che in un piccolo paese viveva, migliaia e migliaia di anni fa, « Gioia raggiante » — tale infatti è il significato del nome di Retna Doumila — così bella nel corpo e perfetta nell'anima che fece innamorare pazzamente di sé il dio Shiwa, fortuna indubbiamente che non capita a tutte le donne. A dispetto della disparità di condizione sociale — lui dio e lei semplice mortale — Shiwa decise di sposare Retna per poterla ammirare nell'eternità. Conscia delle difficoltà che potevano frapporsi alla buona riuscita di una simile unione, Retna rifiutò e acconsentì alle nozze solo dopo aver strappato al futuro sposo una promessa: in cambio del suo corpo e della sua anima, ottenne che Shiwa « creasse » per lei un cibo che non sarebbe mai venuto a noia alla gente.
Shiwa, naturalmente, inviò un fedele servitore alla ricerca di un tale cibo per il mondo. Fatalità volle che, al pari del suo padrone, anche il messaggero alato fosse colpito dagli strali di Cupido. Innamoratesi della moglie di Visnù, infatti, il servo dimenticò di assolvere il compito che gli era stato affidato. Stanco di attendere e ferito nel suo orgoglio divino, Shiwa prese con la forza Retna che, per la vergogna dell'oltraggio subito da un dio sino ad allora rispettato, si gettò nelle acque di un fiume. Sulla sua tomba, dopo 40 giorni, incominciò a spuntare una fragile pianta, dalla quale pendevano chicchi dorati. L'anima bella di Retna fioriva anche dopo la morte e Shiwa esclamò: « In questa pianta è racchiusa l'allegria della bella Retna. E io la chiamerò riso ». Al di là e al di fuori della leggenda, la parola « riso » ha indubbiamente origini indiane: dal sanscrito « vrihi » venne trasformato nell'iranico « brizi », certo per leggi fonetiche, trascritto poi dai greci « orizi »; questa parola fu la base lessicale dalla quale il riso ha preso poi il nome in tutte le lingue.
Diffusosi dall'Asia meridionale a tutto l'Estremo Oriente, il riso si fece poi conoscere, nei secoli, nel resto del mondo. Il tracciato del suo « viaggio » può essere stato questo: India ed Estremo Oriente, Persia, Arabia, Africa settentrionale, Spagna, Francia e Italia. Nel continente nord-americano, invece, arrivò tardissimo, sembra attorno al 1647. La vita del riso è stata molto travagliata. Indubbiamente, per le regioni asia-tiche esso fu la maggiore risorsa dell'agricoltura: India, Giappone, Siam, Birmania, Cina hanno si può dire conformato la loro civiltà sul riso, al punto che vi è chi sostiene che le pagode e i templi siamesi o birmani abbiano una struttura ispirata direttamente alle risaie di cui le terre di quei paesi sono, costellate. Antichissimamente il riso veniva coltivato su un terreno per un solo anno, poiché si riteneva — come d'altronde nell'agricoltura etrusca e greca — che il suolo sfruttato una volta non potesse più dare buoni frutti. Invece i cinesi avevano da tempo adottato la coltura intensiva, particolarmente fiorente grazie alla ricca concimazione. Una curiosità: i cinesi apprezzavano il concime umano e ciò si inquadra benissimo nella loro filosofia « dalla terra alla vita alla terra ».
Evidentemente, attorno alla coltura del riso, negli evoluti paesi asiatici, nacquero leggende, proverbi, usi e costumi. Dicono i cinesi: « Per il nostro passaggio breve sulla terra bastano un cappello e un pugno di riso », l'essenziale cioè per ripararsi dalle piogge (gran-dì amiche del riso) e sopravvivere. E, ancora, dicono: « Uno lavora e nove mangiano riso », sostenendo così che, contrariamente a quanto si crede, il riso da abbastanza forza per vivere alle spalle altrui.
Abbiamo prima accennato ai paesi che il riso <• toccò » successivamente, sull'onda delle invasioni; ritorniamo sull'argomento per dire che, per la diffusione di questo cereale in Europa, grande merito spetta agli arabi, che lo portarono in Spagna, dove nacque il famoso riso alla valenciana o « paella ». Per quanto riguarda l'Italia, ci sono antiche menzioni del riso dalle quali si apprende che esso era conosciuto già nel Medioevo, ma era tenuto in stima tutta particolare, dato che veniva venduto nella bottega dello speziale, se non a chicchi, certo a grammi"(testo presso da QUI).
lLa ricetta prende spunto da un numero di sale&Pepe ma come sempre io lo modificata al mio gustoi.
La particolarità è stata l'aggiunta nel riso di bastoncini di mela essiccati. Che detto tra noi con la scamorza affumicata ci stava da Dio.

Ecco a voi gli 

  • 300 g di riso Arborio Gli Aironi
  • 5 dl di latte
  • 100 g di scamorza affumicata
  • 3 uova
  • 4 cucchiai di asiago vecchio grattugiato Asiago
  • mezza bustina di lievito per torte salate
  • aghi di rosmarino
  • 30 g di burro
  • 30 g di bastoncini di mela essiccati Ad Chini
  • sale e pepe



-Mettete i bastoncini di mela ad ammollare nel acqua calda per 30 minuti.
-Lessate il riso nel latte bollente leggermente salato fino che il latte non si sarà del tutto consumato.
-Toglietelo da fuoco e conditelo con 20 g di burro e 2 cucchiai di asiago e lasciate intiepidire.
-Sbattete le uova con un pizzico di sale e del pepe,aggiungete la scamorza a dadini e i bastoncini di mele scolati e strizzati.
-Unite tutto il composto al riso,aggiungete 2 aghi di rosmarino tritati finemente,il lievito setacciato e mescolate bene.Aggiustate se bisogno di sale e pepe.
-Versate il composto in uno stampo di plum cake imburrato con il rimanente burro,livelate la superficie e cucinate il cake a 180° per 45 minuti.
-Sfornate,lasciate intiepidire,sformate e servite tagliato a fette.
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L'azienda AdChini trasforma dal 1988 le mele trentine in gustosissimi snack alla frutta.
Nel 1988 il primo snack. Dalla tradizione contadina trentina nasce la “Persecca”: fettine di mele essiccate al sole, pelate e detorsolate, rielaborate nel tempo in versioni più aromatizzate. Dieci anni dopo, la seconda grande idea: la Mousse di frutta. Una purea di mele leggera e gustosa, dal sapore “d’infanzia”, che negli anni Chini ha saputo elaborare in diverse varianti, arrivando oggi a oltre 10 gusti.
Nel 2004 la Mousse di mele abbraccia Melinda: il Consorzio delle famose mele della Val di Non offre il proprio marchio in concessione all’azienda trentina da apporre alle mousse e agli altri dessert Chini.
Quattro anni dopo la casa lancia nuovi prodotti: arrivano sul mercato le barrette 100% frutta e le barrette frutta e cerealialimenti senza zucchero e senza conservanti né collanti aggiunti, grazie a una speciale tecnologia brevettata.
È il 2009 quando AD Chini decide di imporsi con il proprio marchio: nasce Chini Fruit Snack, una linea di prodotti che include mousse di frutta e barrette a cui si aggiungono, l’anno successivo, i nuovi dessert di frutta mela fibra+ e prugna fibra+ ricchi di fibre alimentari, dedicate al gusto e al benessere.

AD Chini non si accontenta e implementa la ricerca per la creazione di nuovi cibi sani, per una dieta naturale e gustosa allo stesso tempo. Migliorano le tecniche produttive tanto da guadagnare diverse certificazioni. Nel 2011 nascono così tre nuovi prodotti:
  • Melamangio: stick di mela disidratata in variante naturale, con cioccolato fondente e cioccolato bianco al gusto banana o fragola.

  • Frubette: croccanti barrette di mela e cereali, in gusti sfiziosi con l’aggiunta di cioccolato nei cereali.
  • Gellosegelée a base di succhi di frutta con una sottile copertura esterna di zucchero.

I prodotti di AD Chini non terminano qui. Ecco le nuovissime proposte, ancora più gustose e leggere: 
  • Grand Frutta: vellutata mousse di frutta da mixare con croccanti cubetti di mela dai golosi sapori.
  • Fruit Sensation: dadini di pura frutta senza zucchero, dall'esplosione di gusto. 

Non solo snack, ma vero concentrato di frutta.

Trovate tutte le informazioni ed anche le valori nutrizionali per ogni prodotto sul sito internet dell'azienda http://www.adchini.it/ .